Dopo quello del 2012-2013, Ismea ha realizzato un nuovo censimento con l’obiettivo di aggiornare il numero dei centri di stoccaggio dei cereali presenti sul territorio nazionale e di descrivere le caratteristiche strutturali, le dotazioni strumentali e le modalità di gestione dei prodotti stoccati.
Il censimento ha consentito di quantificare il numero dei centri, la corrispondente capacità di stoccaggio complessiva e i quantitativi di cereali stoccati nel 2018 in Italia. Inoltre, fornisce la descrizione della localizzazione dei centri di stoccaggio, delle relative caratteristiche strutturali e delle dotazioni strumentali anche ai fini dello stoccaggio differenziato per la qualità di granella.
Per superare le criticità strutturali e organizzative sono necessari interventi finanziari significativi
«Lo stoccaggio nazionale dei cereali si conferma del tutto inadeguato a rispondere alle esigenze quantitative e qualitative dell’industria molitoria italiana», fa sapere, in merito, Cosimo De Sortis, presidente Italmopa, l’Associazione industriali mugnai d’Italia. «L’indagine ribadisce pienamente quanto più volte evidenziato dalla nostra Associazione. Infatti, dall’analisi emergono elementi di criticità che confermano quanto lo stoccaggio costituisca un elemento di debolezza della filiera cereali. Molti centri, per via della loro inadeguatezza strutturale e obsolescenza, non sono in linea con le esigenze dell’industria della trasformazione in materia di segregazione del frumento tenero e duro in funzione della sua qualità tecnologica e sanitaria».
Per i molini, infatti, l’omogeneità qualitativa della materia prima è determinante nelle scelte di approvvigionamento. «L’inadeguatezza dei centri va risolto attraverso una politica di sostegno al loro ampliamento, ammodernamento e innovazione», sostiene De Sortis.
Articolo pubblicato sul sito Molini d'Italia